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L'uscita di un nuovo album dei Marillion non è più un evento atteso come fino a pochi anni fa; anche l'uscita di "Radiation" non ha elettrizzato più di tanto i vecchi fans, ma dalle prime voci circolate prima dell'uscita ufficiale si veniva a sapere che il gruppo aveva prodotto un album sì discreto, ma totalmente estraneo al discorso Progressive. Da parte mia posso dire che, se si cerca del buon rock non è sempre obbligatorio cercarlo nel mondo Prog, e quindi sicuramente meglio un buon disco di semplice rock dello strano miscuglio del precedente "This strange engine", tanto per rimanere ai Marillion. In secondo luogo... chi ha detto che "Radiation" sia così lontano dal Prog? Si accentuano le sonorità cupe, crepuscolari e malinconiche che già ormai stavano prendendo piede da un po'; a me questo disco ha ricordato in vari punti i Radiohead... il che tutto sommato non è un cattivo paragone. Chi amava i vecchi assoli e le vecchie armonie di chitarra di Rothery rimarrà peraltro un po' deluso: il buon Steve si produce sovente in sonorità acide, quasi grunge. Tutto ciò descrive solo parzialmente un disco che, incredibilmente (da vecchio fan sono ultimamente divenuto molto critico sui Marillion), mi è piaciuto, anche se non tutto, dal primo ascolto. "Cathedral wall" rappresenta forse il brano più Marillion dell'album, ma per il resto la musica spazia attraverso vari generi ed influenze: potrebbe sembrare un ce n'è per tutti!, ma il risultato è quello che conta.
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