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MARILLION Marbles Impact 2004 UK

Non ho intenzione di sprecare parole sulle discutibili politiche di marketing che i Marillion stanno attuando a da qualche anno a questa parte e per questo punto direttamente all'analisi del contenuto del nuovo album della band inglese, nella versione in doppio cd (acquistabile solo tramite il loro sito, mentre nei negozi trovate una versione singola che contiene vari brani in meno). Facendo un po' di conti, sono ormai più di quindici anni che Steve Hogarth è nel gruppo e desta un po' di preoccupazione il fatto che tutt'oggi ci sono numerosi fan che hanno nostalgia del primo periodo con Fish, tenendo in scarsa considerazione la recente discografia. "Marbles" non è altro che la prosecuzione più naturale dell'evoluzione che i Marillion hanno intrapreso nel dopo "Brave" e che ha dato frutti notevoli con interessanti dischi ricchi di belle canzoni. La band si è esposta sempre più con album che si distanziavano dal sound new-prog degli esordi, cercando una proposta più personale, inserendo delle influenze dei Beatles, un sound a tratti più moderno, qualche sperimentazione qua e là e mantenendo intatto quel feeling che da sempre caratterizza la loro musica. In "Marbles" c'è tutto ciò: brani di onesto e accattivante pop-rock, ballate raffinate, melodie vocali sempre affascinanti, costruzioni musicali ben congeniate, piacevoli timbri elettroacustici; su tutto, però, spiccano tre tracce di spessore assoluto, che vanno ad inserirsi tra le composizioni più belle mai realizzate dal gruppo. L'opener "The invisbile man" sembra il seguito ideale di "This is the 21st century", tra echi elettronici e suoni d'atmosfera, ma presenta anche vari cambi d'umore ed una vivacità notevole. "Ocean cloud" è una suite di 18 minuti che, più che a "Grendel", rimanda a "This strange engine" col suo sviluppo dal flusso regolare e coinvolgente. Infine, "Nevermind", che chiude l'album, è una perla di rara bellezza e intensità che emoziona sempre più ad ogni ascolto per la magia che riesce ad emanare. Si può giudicare la qualità di un album in base alla percentuale di progressive che contiene? Se rispondete con un no deciso a questa domanda non avrete difficoltà ad apprezzare "Marbles". Se siete, invece, tra quelli che hanno "abbandonato" i Marillion da tempo, a causa della troppa nostalgia verso "Grendel" e "Incubus", sappiate che qui trovate più prog rispetto agli ultimi album, ma mi viene da chiedervi se è necessario essere così limitativi...

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

H (Steve Hogarth) Icecream genius 1997 
IRIS Crossing the desert 1996 
MARILLION Afraid of sunlight 1995 
MARILLION Made again 1996 
MARILLION This strange engine 1997 
MARILLION Radiation 1998 
MARILLION Marillion.com 1999 
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MARILLION Marillion.co.uk 2000 
MARILLION Anoraknophobia 2001 
MARILLION Somewhere else 2007 
MARILLION Happiness is the road 2008 
MARILLION Less is more 2009 
MARILLION Live in Cadoghan Hall 2010 
MARILLION Sounds that can't be made 2012 
STEVE ROTHERY The ghosts of Pripyat 2015 
TRANSATLANTIC SMPT:e 2000 
TRANSATLANTIC Bridge across forever 2001 
TRANSATLANTIC Live in America 2001 
TRANSATLANTIC The whirlwind 2009 
TRANSATLANTIC Whirld Tour 2010 

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