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Recensione cumulativa per le ultime due uscite (entrambe in doppio cd) della serie Archive pubblicate dalla Camino Records ed acquistabili via internet (o ai banchetti di merchandising allestiti in occasione dei concerti). Il giudizio sull’Archive 03 può essere sintetizzato facendo riferimento a quanto già detto riguardo il live del Nearfest: si tratta, in effetti, di un bel live, ottima qualità di registrazione e band in gran forma, ma con una track-list troppo simile a quella del live in Sud America per poter essere appetibile ai non completisti. Il discorso cambia, invece, quando prendiamo in considerazione l’Archive 04, visto che per il tour di quest’anno Hackett ha cambiato un bel po’ la scaletta e quest’album testimonia al meglio lo spettacolo. Gustosi ripescaggi quali “Hammer in the sand” e “Air-conditioned nightmare”, le recenti “Circus of becoming” e “Frozen statues” (in un suggestivo arrangiamento strumentale), l’ottimo inserimento di “Valley of the kings” e l’inedita “You can’t find heaven” destano grande interesse. A ciò si aggiunga che la parentesi genesisiana si arricchisce di altre due perle che vanno ad aggiungersi alle immancabili “Firth of Fifth” e “Los endos”: un’incantevole versione strumentale di “Fly on the windshield” e l’esecuzione completa di “Blood on the rooftops”, cantata (bene) dal batterista. In sostanza, quindi, molto più interessante il secondo dei due nuovi volumi Archive, ma entrambi rappresentano dei documenti che ben testimoniano lo straordinario momento di salute che Steve Hackett sta vivendo con questa sua nuova band.
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