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Che Steve Hackett sia un genio della sei corde lo hanno detto tutti. Come pure molti hanno detto peste e corna di alcune sue ricerche musicali rivolte all'elettronica troppo spinta, specialmente nell'ultimo suo lavoro di studio "Darktown". Tuttavia quando esce un disco di Hackett il sottoscritto gli assicura una fiducia incondizionata. Soprattutto perché nella sua carriera il buon Steve ha scritto tanti e tali capolavori che qualche momento di mancanza di ispirazione gliela si può perdonare. Nel caso di questo cofanetto, la nostra fiducia è stata completamente ripagata! Ben quattro cd in una confezione davvero bella (marchio di fabbrica della InsideOut) e un libretto ottimamente illustrato e il tutto a un prezzo speciale. Ditemi voi se non ci troviamo davanti a un gran prodotto! Tutti i dischi sono stati registrati dal vivo nell'arco di tre decadi: i primi due negli anni settanta, il terzo negli anni ottanta e il quarto negli anni novanta. L'ultimo è decisamente quello registrato meglio e contiene i lavori più recenti.... proprio per questo è forse il meno interessante, anche se la versione ivi presente di "Take these pearls" vale da sola tutto il disco. Il cd dedicato agli anni ottanta è la registrazione di un concerto fatto a Roma nell' 81, e contiene, oltre a brani del calibro di "Jacuzzi" e "Ace of Wands", un grandissimo Steve Hackett che tenta (e ci riesce abbastanza bene) di parlare in italiano!!! Infine i primi due dischi rappresentano un intero concerto del '79 a Londra. La scaletta è da brividi, come l'ottima registrazione: "Please don't touch", "Blood on the rooftops", "Kim", "Spectral mornings", "Shadow of the hierophant" sono soltanto alcuni pezzi che compongono il concerto. I Genesis in realtà vengono affrontati solo in pochi episodi nell'arco dei quattro dischi, ma sempre con ottimo tiro. Su questo lavoro c'è poco da dire: è un classico e dovete assolutamente averlo. Assolutamente.
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