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…E venne anche per Tomas Bodin il momento di comporre un'opera magna, un disco che, almeno nelle intenzioni, consacrasse la sua carriera solista, ricca fino ad ora di tre titoli, che lo portasse nelle alte sfere del Prog. I tre lavori precedenti erano dischetti simpatici, dalle tematiche, musicali e non, molto varie... dei divertissement gradevoli ma poco di più. "I A M" (o "I am", fate un po' voi... Tomas ovviamente gioca su questo dualismo nella lettura del titolo) è invece un'opera rock, composta nell'arco di due anni e formata da tre lunghe suite ("I", "A" e "M") di circa 20 minuti di media. Essa racconta la storia di un uomo, dei suoi dubbi, delle sue speranze e dei suoi sogni, non risparmiandosi su temi filosofici e religiosi. Che Neal Morse abbia trovato un degno emulo? La paura di una certa prolissità e verbosità (tre cantanti sono presenti su questo disco, anche se la maggior parte delle liriche è affidata ad Anders Jansson) è quindi dietro l'angolo... anche considerando che questo dovrebbe essere solo il primo capitolo di una trilogia di album (Beh... indovinate un po' come si intitoleranno gli altri due...).
Le tre tracce si presentano in modo omogeneo tra loro, nel senso che ognuna delle tre presenta un numero di sotto-titoli e di variazioni musicali e di atmosfere che comunque difficilmente le fa apparire come un tutt'unico organico facendoci distinguere l'una dall'altra. L'album potrebbe anche essere un'unica lunga suite di 63 minuti, se non fosse per le tematiche che ogni composizione affronta nell'ambito del racconto generale della storia. Musicalmente ci si può anche dimenticare che Tomas è un tastierista: "I A M" non è certo un album tastieristico ma anzi presenta un ottimo equilibrio strumentale, con l'ottimo ed onnipresente Reingold al basso, Marcus Liliequist alla batteria (molto particolare il suo drumming nel pezzo iniziale dell'album) e Jocke Marsh alla chitarra. L'album è senz'altro un lavoro Progressive, riconoscibile nei suoi stilemi e ricco di variazioni, cambi di tempo ed atmosfera; i riferimenti sono tra i più vari, potendo annoverare Pink Floyd (in prevalenza), Genesis, gli stessi Flower Kings... e molti altri, volendo... ma presenta anche momenti di hard rock, di fusion e altri quasi ambient. Tutto è in funzione, ovviamente, delle varie situazioni narrate dall'opera.
Il lavoro non ha momenti fiacchi, anzi la sua varietà e ricchezza di situazioni ne fanno un ascolto al tempo stesso impegnativo ma anche scorrevole ed emozionante con un susseguirsi di cambi di temi e d'atmosfera che sorprendono continuamente, senza forzature né intoppi. Tomas si dimostra un ottimo compositore ed anche un eccellente autore di liriche, con un occhio sempre attento alla melodia ma senza farsi condizionare da essa. "I A M" è un album che non mi vergogno a consigliare vivamente ed a definire una delle migliori uscite dell'anno.
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