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Perché una persona compra e ascolta i Flower Kings?
Mister Stolt, Bodin e compagni sanno suonare e l’hanno ampiamente dimostrato dal vivo e nelle loro prime uscite discografiche, quindi sai che difficilmente ti troverai davanti ad un lavoro confezionato male.
Gli svedesi hanno trovato la formula giusta per unire pubblico ed un certo tipo di qualità musicale. Che la qualità non coincida necessariamente all’originalità della proposta è un fattore secondario. Soprattutto per chi crede o chi fa credere che il mondo rock progressive giri tutto intorno a determinate proposte. A chi crede questo, o a chi ci crede, non sarò di certo io a non consigliare a scatola chiusa questo lavoro. Ci troverete tutto quello che ci deve essere in un disco progressive che possa essere definito tale, suittone incluso.
Vi esalterete quindi con il brano iniziale “One more time” (il fatto che ricordi tanto gli Spock’s Beard -per rimanere nel recente- che già di loro non sono il massimo dell’originalità, non vi farà cambiare opinione); rimarrete in estasi davanti a "Life in motion", che ci ricorda (per l’ennesima volta ma non è importante) quali siano le peculiarità sonore di questa band; piangerete abbracciati al vostro partner sulle dolci melodie di ”Trading my soul”; rimarrete strabiliati da quanto possano essere pazzoidi i vostri eroi in un brano come “Flight 999 Brimstone Air”, dove il nuovo batterista dimostra il suo valore; rimarrete con lo sguardo sognante a guardare il cielo ripensando alla suite che vi hanno regalato anche questa volta. Il fatto che questo lungo brano regali le stesse emozioni di quando vediamo per la cinquantesima volta Shining (e converrete che il fatto che già si sa come va a finire il film toglie un pochino di patos…), non è importante. Non dimentichiamo comunque che Shining è un signor film, come del resto questo brano.
Sarà il vostro disco dell’anno perché c’è tutto quello che vi aspettavate.
Il vostro… non il mio, ma in una democrazia è giusto che sia così. Per me rimane il solito disco degli ultimi Flower Kings.
La musica degli svedesi non è assolutamente brutta. Dire questo sarebbe buttare a mare gli Yes e tutto il prog anni 70: rifarsi pedissequamente ad un certo periodo musicale non è necessariamente sbagliato. Si potrebbe discutere di quanto sia da considerare progressive crearsi un marchio di fabbrica su queste basi programmatiche, ma non è questa la sede. Chi ha sempre amato la musica di Stolt e compagni continuerà ad amarla anche in quest’ultima fatica. Chi non l’ha mai amata continuerà a non amarla. A chi si appresta a conoscere il gruppo con questo cd, consiglio vivamente di prendersi i primi tre lavori degli svedesi e poi fare i dovuti paragoni col resto della discografia. Avrete delle piacevoli sorprese.
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