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Non bastava la grande frequenza con cui escono nuovi album dei Flower Kings, ci pensa anche la Musea a mettere altra carne al fuoco con la ristampa di quest'antologia uscita qualche anno fa. In effetti, la prolificità di questa band scandinava non è, purtroppo, direttamente proporzionale alla creatività e all'inventiva, dato che nel giro di circa 8 anni questi musicisti hanno realizzato 9 album (se si tiene conto anche dei due usciti a nome del leader Roine Stolt) molto simili tra loro. Se i primi lavori potevano essere interessanti per il loro brioso e classicissimo prog sinfonico, a lungo andare la formula comincia ad essere stucchevole con le sue leziosità e mettendo in vetrina soluzioni ormai scontate e prevedibili. Proprio per questo non vedo alcuna utilità in quest'antologia; infatti, anche per chi non ha mai ascoltato nulla del gruppo in questione, sarebbe a mio avviso preferibile acquistare uno dei primi album per cominciare a conoscerli (magari iniziando con "Retropolis" o "Stardust we are"). Inoltre, anche il fan sfegatato dei Flower Kings sarà attirato difficilmente dal contenuto di "Scanning the greenhouse", stante la mancanza di veri inediti. Le novità presenti sono infatti rappresentate esclusivamente dalle nuove versioni riregistrate della canzone "The flower king" e della terza parte della suite "Stardust we are"; brani quindi risuonati e riarrangiati, ma senza particolare mordente e con scarsa incisività, che non mostrano miglioramenti rispetto alle versioni originali. Dopo aver aggiunto che l'antologia copre il periodo 1995-98 e che, oltre i due brani dal nuovo "look", contiene estratti dagli album "Back in the world of adventures", "Retropolis" e "Stardust we are", penso non ci sia molto altro da dire se non confermare la scarsissima utilità del cd in questione.
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