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“Le dimensioni contano”. Al di là di facili battute e doppi sensi, il titolo per questo album dei Marillion è pienamente indovinato. Perché, diciamoci la verità, una delle caratteristiche che più ci piace del progressive sono proprio i brani di lunga durata e tutte le caratteristiche che solitamente li accompagnano. La band inglese già da anni tramite il mail-order Racket Records (e quindi solo per la vendita on line) mette in commercio, tra le altre cose, vari album registrati dal vivo durante le loro tournée e questo “Size matters” è uno dei più interessanti proprio per i contenuti che hanno i connotati citati prima. Infatti, nella terza giornata dell’edizione 2009 dell’annuale Marillion Weekend, il gruppo si è esibito in un concerto in cui ha pensato bene di eseguire una carrellata di pezzi contraddistinti da un minutaggio particolarmente elevato. Penso che basti citare la scaletta per far capire che siamo al cospetto di composizioni dalla qualità molto alta, alcune delle quali sono da annoverare tra quelle a cui i fan sono maggiormente legati: “A few words for the dead”, “This town/The rakes progress/100 nights”, “This is the 21st Century”, “Ocean cloud”, “If my heart were a ball”, “Interior Lulu”, “Kayleigh/Lavender/Heart of Lothian”, “The invisible man”, “This strange engine”, “Neverland”. Non male, vero? E la performance dei Marillion è precisa e pulita come sempre, senza fronzoli, con esecuzioni cariche di pathos, un feeling che non si perde mai e la costante capacità di coinvolgere il pubblico in sala. Il repertorio della band è oggi ampissimo, ma un concerto del genere, che raccoglie alcune delle loro cose più riuscite (e – vogliamo dirlo? – molto prog) può essere considerato anche esaltante. Da brividi ascoltare le splendide suite “Ocean cloud” e “This strange engine” in versione live, piacevole la “nostalgia” del ripescaggio dal periodo con Fish, sempre meravigliosa “Neverland”, giusto per citare alcuni dei picchi presenti nel doppio cd. Venticinque anni fa i Marillion suonavano davanti ad ampie platee; oggi gli scenari sono notevolmente ridotti, ma uno zoccolo duro di fan è sempre lì, pronto a seguirli, a supportarli e a godere di splendidi concerti come questo immortalato su “Size matters”.
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