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Era il 1995 e sembrava che la carriera degli Ange fosse giunta al termine. Si concludeva il tour dei venticinque anni che vedeva la formazione storica protagonista, ma dopo quello che si riteneva un punto conclusivo, la favola musicale della gloriosa band transalpina è invece continuata: in breve tempo c’è stata la “rinascita”, con Christian Decamps che riforma il gruppo insieme al suo erede Tristan, all’epoca poco più che ventenne e ad altri giovani musicisti. Si sono susseguiti concerti, nuovi album in studio e dal vivo, qualche variazione di line-up e si è arrivati ai giorni nostri in un battibaleno. Il tempo sembra infatti volato e le candeline da spegnere sono diventate improvvisamente 40! Il quarantennale celebrato nel 2010 vede Christian ancora in forma smagliante, capelli e barba sempre più bianchi, ma il carisma, la teatralità e il vigore sono ancora quelli dei giorni migliori. Il concerto al Théâtre Sébastopol di Lilla del 19 marzo viene registrato e vede ora la pubblicazione per questo bel prodotto, in confezione digipack apribile in tre parti e contenente due CD e un DVD che documentano quella performance. Sul palco, oltre al vecchio leader, troviamo un Tristan quasi quarantenne e sempre più somigliante al padre degli anni d’oro degli Ange. Capelli ricci lunghi e arruffati, indemoniato alle tastiere, sa mettersi in mostra sia con costruzioni maestose, sia con solos nella migliore tradizione del prog d’Oltralpe, ma non disdegna passaggi d’atmosfera e convincenti esibizioni al canto. Hassan Hajdi si conferma chitarrista di caratura incredibile, mentre il basso spesso slappato di Thierry Sidhoum e la batteria energica e virtuosa di Benoît Cassulini formano una sezione ritmica capace di tutto. La cantante/attrice/mima/ballerina Caroline Crozat completa il nucleo di “figuri” che sul palco sono pronti a regalare al pubblico affezionato momenti da ricordare. Ma veniamo al concerto immortalato su “Escale à Ch’tiland”. La partenza è subito micidiale, di quelle che lanciano immediatamente un’impronta forte, che mandano in visibilio il pubblico, facendo capire che lo show sarà da incorniciare, merito dell’accoppiata “Ce gens la” e “Les cimetière des Arlequins”, entrambe tratte dal secondo album del gruppo e proposte in versioni potenti e coinvolgenti. Si passa poi a “Les yeux d’un fou” (qui padre e figlio si scambiano i ruoli: Christian alle tastiere e Tristan al centro del palco a cantare) e “Le rêve est à rêver”, due brani che spingono maggiormente su un versante caratterizzato da hard rock abrasivo, con riff duri e ritmi robusti. Seguono “Le marchand de planètes”, “Sur la trace de fées”, “Les eaux du Gange” e “Neuf heures”, una serie di composizioni di una magistrale eleganza. Non poteva mancare il momento della canzone francese e viene ripescata “Fou” dall’omonimo album, con Christian alla fisarmonica e la Crozat al canto. Il concerto prosegue tra classicissimi del calibro di “Les vieux de la montagne”, della chilometrica e sempre meravigliosa “Captaine Coeur de Miel” e dell’epica “Hymne à la vie”, a pezzi del repertorio più recente. Preme segnalare una spettacolare esecuzione di “Coulers en colère” (tratta dal troppo spesso dimenticato “Les larmes du Dalai Lama”), sinfonica e vibrante come non mai, nella quale le tastiere classicheggianti di Tristan accompagnano al meglio i voli chitarristici del bravissimo Hassan Hajdi (le lodi per quest’ultimo non sono mai sprecate!). Non sorprende e forse sarebbe inutile specificarlo, ma preme ricordare che la presenza scenica di Christian e della Crozat rende ulteriormente spettacolare il concerto, grazie a quel mix incredibile di teatro e cabaret che da sempre è una caratteristica che non può mancare in un’esibizione degli Ange. Per il secondo bis torna sul palco il solo Christian, che con le tastiere e la chitarra acustica conclude lo show con versioni intimistiche di “Shéhérazade”, “Le ballon de Billy” e “Ode à Emile”. In quaranta anni gli Ange hanno creato un repertorio di qualità altissima ed anche gli album del nuovo corso sono pieni di perle di grandissimo valore. La riprova sta proprio nella scaletta di questo concerto: confrontandola con le track-lists degli altri live usciti negli anni recenti dimostra come il gruppo sia capace di pescare un po’ ovunque nella propria vasta produzione, riuscendo sempre a creare spettacoli estremamente coinvolgenti e ricchi di musica eccezionale. Per cui, da questo punto di vista, “Escale à Ch’tiland”, non solo è l’ennesimo prodotto che gli estimatori degli Ange non possono farsi sfuggire, ma non può essere affatto visto come un “doppione” dei precedenti dischi dal vivo, essendo invece perfettamente complementare a questi.
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