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Un documento che testimoniasse la trasposizione concertistica di “Emile Jacotey resurrection”, rivisitazione di un disco dedicato alle leggende della Francia Orientale, non poteva che essere registrato nell’Alta Saona. Il 7 e l’8 luglio 2014 gli Ange si presentano a St. Bresson per il loro omaggio a Emile Jacotey, maniscalco vissuto nel secolo scorso e figura centrale di uno degli album più fortunati della band transalpina. Questo live, costituito da due cd e un DVD è il frutto di quelle esibizioni. Non ci stanchiamo di ripetere certe cose: gli anni passano, ma Christian Décamps è il solito animale da palcoscenico e guida una formazione stellare (il figlio Tristan alle tastiere, Hassan Hajdi alle chitarre, Thierry Sidhoum al basso e Benoit Cazzulini alla batteria) che dal vivo fa faville. Il leader e cantante che ha indissolubilmente negato il suo nome a quello degli Ange è sempre la figura carismatica a cui, inevitabilmente, le attenzioni del pubblico vanno a posarsi. Eppure non è una figura accentratrice: una delle caratteristiche degli Ange del nuovo millennio, infatti, è proprio quella che tutti riescono ad essere protagonisti, sia nell’insieme sonoro che riescono a creare, sia negli interventi solistici, sempre con spazi abbastanza equilibrati. Il video si apre con un messaggio di presentazione di Steven Wilson, che racconta il suo legame con il disco “Emile Jacotey”, acquistato durante un viaggio in età giovanile a Parigi. Poi parte il concerto e mentre scorre la prima parte, in cui eseguono per intero “Emile Jacotey resurrection”, ci rendiamo conto che siamo ancora lontani da quelle “operazioni nostalgia” che spesso vengono messe in atto da gruppi che hanno fatto la storia. Basterebbe anche solo concentrarsi sulla musica per capirlo, merito dell’energia enorme che i musicisti mettono sul palco, tra prog sinfonico di alta scuola, hard rock e quel tocco teatrale tipicamente francese; merito anche del fatto che siamo di fronte fondamentalmente ad un altro gruppo rispetto a quello degli anni ’70; merito di nuovi brani che si inseriscono alla perfezione e mostrano per l’ennesima volta come l’affiatamento tra il “vecchio” Christian ed il resto del gruppo sia totale e permetta un’intesa che sul palcoscenico diventa ancora più salda. Dopo “Emile Jacotey resurrection” è la volta dei bis e si comincia con una “Fils de Lumiere” mai così intimista nella prima parte, che vede protagonista il solo Tristan ad eseguirla con tastiere e voce (una sorta di ideale “passaggio di consegne” da padre a figlio?); poi entra il resto del gruppo, tranne Christian, per un finale del brano con una carica di adrenalina altissima. Quando rientra Christian presenta i musicisti e dopo una “Tueuse à gages (Gâchette surprise)” molto coinvolgente è la volta del gran finale. Si parte con “A l’ombre des pictogrammes”, caratterizzata da atmosfera floydiana e sound ipnotico, per poi sfociare senza soluzione di continuità nella magnifica cavalcata “La colère des Dieux (Apocalypso)”, perfetto finale di concerto, con la sua esplosività e con la grande performance di Hajdi, il solito mostro che con quelle sei corde riesce a fare di tutto. Gli Ange continuano così ad inanellare concerti magistrali e prodotti discografici all’insegna dell’alta qualità e la loro carriera ultraquarantennale ne raccoglie i migliori benefici arricchendosi sempre di più.
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