|
Supportato dalla solita magnifica cover ad opera di Ed Unitsky, a stretto giro di posta dal precedente “Wayfarer” uscito lo scorso anno, eccoci nuovamente a parlare di Kimmo Pörsti, valente batterista (anche) dei Samurai Of Prog. L’occasione è fornita dal terzo album solista del musicista finlandese dal titolo “Past and present” suddiviso in undici tracce. Il motivo del titolo è presto spiegato: alcuni brani (cinque) sono stati realizzati per altri progetti come per i lavori dei Mist Season (altra band di Pörsti) o per le raccolte dedicate al “Decamerone” uscite qualche anno fa; sei brani invece sono stati scritti per l’occasione. Come al solito Pörsti si avvale di molti dei fidati collaboratori che già l’hanno accompagnato negli album dei “Samurai”, come Rafael Pache, David Myers, Marek Arnold, Ton Scherpenzeel, Marco Bernard… L’album è piuttosto vario e spazia dal rock sinfonico, al funky, al folk, il tutto ottimamente amalgamato e ben realizzato. Un saggio delle qualità compositive dell’autore è subito offerto dalla breve “Awakening”, brano elettro-acustico con un gran lavoro delle percussioni. “At Lombardy convent” (il primo dei brani “Past”, presente nella terza pubblicazione sul Decamerone e a nome Ars Ephemera di David Myers) è un pezzo di chiara ispirazione “banksiana” impreziosito da strumenti “classici” come il violino, il flauto, il violoncello. Altro pezzo “datato” è “Dance of the miststress”, anch’esso strumentale: una sorta di danza campestre in chiave… rock, con un ispirato “solo” di synth di Scherpenzeel ad illuminarlo. “Kati”, il brano più “vecchio” (scritto nel 2000 e più volte rivisto), è dominato dal flauto di Hanna Pörsti e vi si inseriscono gli spazi “solistici” dell’elettrica di Thomas Berglund e delle tastiere di Bo Hallgren a creare un brano sereno e rilassante. La title track è a tinte funky ed esercizio per evidenziare le qualità tecniche dei sei esecutori con menzione speciale per il basso di Jan-Olof Strandberg e per il sax di Risto Salmi. “Nucleo antirapina”, col suo andamento nervoso a creare la giusta suspence, è l’omaggio al cinema poliziesco italiano anni Settanta, nonché ultimo brano del passato. Tra le nuove composizioni, una bella ed incisiva spinta rock si ravvisa in “Changewinds”, primo brano cantato dell’album (da Carlos Espejo). Non mancano, anche qui, larghi spazi affidati al flauto ad affievolirne il sound. Di chiara derivazione fusion è “Fused”, con l’autore, Jari Riitala, che spazia tra chitarre elettriche, basso, tastiere, in un riuscito sfoggio di virtuosismo. “Sorrow and recovery” è una nostalgica rimembranza delle atmosfere agresti con un buon apporto ritmico, del solito flauto e, ancora una volta, un bel intervento di Scherpenzeel. “Darker places” (il secondo ed ultimo pezzo cantato, da Dan Schamber) ha un andamento sinuoso e morbido non lontano dal migliore candore canterburyano. I due minuti scarsi di “Second arrival” sono solari ed aggraziati con la chitarra elettrica di Pacha a prendersi la scena. Insomma… si “muova” in proprio, scelga la sigla “Bernard e Pörsti”, oppure quella dei “Samurai Of prog”, il buon Kimmo riesce sempre a mantenere desto il nostro interesse con lavori di qualità e “Past and present” non fa certo eccezione.
|