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Ormai non trascorre anno, o quasi, senza una nuova pubblicazione dei “Samurai Of Prog”, progetto internazionale del trio Bernard, Pörsti ed Unruh (e non è detto che “Archiviarum” sarà l’unica loro release del 2018…). L’album è composto da dieci tracce: tre di esse (rimixate, rimasterizzate e comunque rivisitate) appartengono al progetto “Decameron” (raccolta di brani atti a descrivere, in tre maxi cofanetti, l’opera di Boccaccio), due sono cover (“Ice” dei Camel e “Heroes” di Bowie) e cinque i brani inediti che per vari motivi non avevano trovato posto in pubblicazioni precedenti. Al solito TSOP offre, oltre ai tre membri fissi, uno stuolo importante di ospiti che sono anche autori dei brani dell’album. A differenza di lavori precedenti, nessuna suite è presente, con il picco di durata rappresentato dagli undici minuti scarsi di “From the window”. Ma andiamo ad ascoltare questo nuovo lavoro. “Keep the ball rolling” (del tastierista Octavio Stampalia dei Jinetes Negros; guest Brett Kull degli Echolyn alla chitarra elettrica) è uno strumentale decisamente sinfonico con il contributo eccellente del violino di Unruh. “Ahead of fortune” (autore un altro tastierista, Eduardo Garcia Salueña dei Senogul), presente in forma ridotta nel box-set numero tre del “Decameron”, è un brano d’atmosfera ottimamente cantato da Unruh (che continuo ad apprezzare maggiormente nei TSOP che non nel suo gruppo, i Resistor) e con un paio di guitar-solo di Ruben Alvarez. Il talento compositivo ed esecutivo di Lalo Huber (Nexus) non lo scopriamo certamente noi ed anche nella sua “La oscuridad” questo si manifesta appieno. Alle consuete scorribande del keyboard-wizard argentino e del suo compagno dei Nexus, Carlos Lucena, alla chitarra elettrica, si aggiungono gli interventi di flauto e violino ed una performance notevole, in spagnolo, di Michelle Young (ex Glass Hammer). C’è un po’ di Italia anche in “Archiviarium” (oltre a Marco Bernard): “Cristalli”, composta e suonata da Michele Mutti (La Torre Dell’Alchimista), vede alla voce Stefano Galifi, lead singer dei Museo Rosenbach. Un bel pezzo sinfonico, con qualche venatura fusion, davvero notevole. Ancora Italia protagonista con “Elitropia”, strumentale di Oliviero Lacagnina (Latte&Miele), a mezza via tra rock e musica classica. E’ la volta poi di “The sleeping lover” (già presente nel box set numero due del “Decameron”, ma ora con nuove tracce vocali), brano scritto da Huber e Unruh. Grazie anche ad un refrain killer, il pezzo è da subito vincente e piacevolissimo. Inedita è, per contro, “From this window”, altro brano top: a tratti heavy, melodie scanzonate, impasti vocali che ci ricordano gli Yes, un bel punch, insomma grande pezzo. Segue la prima cover, “Ice” dei Camel e omaggio a Guy LeBlanc (collaboratore dei primi Samurai, nonché per qualche tempo tastierista dei Camel) scomparso tre anni fa. Il brano mantiene tutto il suo fascino come nella versione originale presente su “I can see your house from here”. David Myers (dei Musical Box) si ritaglia il solito spazio solista con l’ennesima prova di bravura al piano (“Predawn”, il titolo del pezzo) prima che “Heroes”, omaggio del gruppo al fratello di Marco Bernard, Riccardo, per i suoi sessant’anni, chiuda il lavoro. Nonostante la prolificità del gruppo, che potrebbe annacquarne l’ispirazione, la qualità di “Archiviarium” rimane costantemente elevata e questo grazie, oltre ai tre Samurai, anche alla loro capacità di scegliere i giusti autori ed i giusti interpreti, adatti a mantenere viva la fiamma sacra della musa artistica.
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