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MARCO BERNARD Moby Dick Seacrest Oy 2025 ITA

Poteva trascorrere un anno senza che un “Samurai Of Prog” battesse un colpo (non consideriamo qui “Omnibus 4” raccolta di album precedenti con inediti)? Ovviamente no…ed ecco che sul finire del 2025 Marco Bernard (il bassista) se ne esce con questo “Moby Dick” con un cd suppletivo di cover. Parte integrante del progetto musicale la “solita” (è il caso di ripeterlo) meravigliosa confezione cartonata a tre ante con dettagliato booklet a cura di Ed Unitsky, uno dei migliori illustratori di album progressive degli ultimi anni. Anche la ricetta è quella ormai consolidata da sempre in ambito SoP: un gruppo di musicisti ormai consolidato (anche se ogni tanto non manca una new entry) che fornisce il proprio talento al servizio del progetto a cui è destinato. Stavolta le musiche e le liriche sono incentrate su “Moby Dick”, capolavoro di Herman Melville, affrontato con un'ottica diversa, con la balena bianca non più, o non solo, simbolo di distruzione bensì di saggezza. A ciò si aggiunge il messaggio ambientale sull’importanza del cetaceo nella catena alimentare del nostro pianeta. A conferma di quanto creda in questo lavoro, Bernard ha anche deciso, per la prima volta, di pubblicare l’album anche in vinile. Ma torniamo al nostro cd che è composto da sei tracce (l’ultima “Epilogue” assente su LP) per quarantaquattro minuti di durata. L’opera si apre con “Loomings” (dieci minuti, la sua lunghezza) con musiche e testi di Alessandro Di Benedetti. L’introduzione è soffusa, poi il brano si sviluppa in modo convincente supportato dalla voce di Michael Trew (dei Moon Letters, band statunitense in notevole e meritata ascesa… Veruno?), qualche spunto new prog delle tastiere, la chitarra melodica di Carmine Capasso, una solida sezione ritmica solida (lo stesso Bernard e Riccardo Spilli) ed interventi mirati del flauto di Giovanni Mazzotti. Inizio davvero col botto. Rimane invariata solo in Bernard e Spilli la line-up per “The quarter deck”: abbiamo ora alle tastiere Octavio Stampalia (musiche e testi), Tony Riveryman alla chitarra elettrica, Steve Unruh al violino e Marcelo Ezcura alla voce. Brano brillante con un refrain che rimane subito in mente e sound che spazia tra new e… old prog… bello! Si prosegue con “Fastfish, Loosefish”. Keyboards appannaggio di Linus Kåse (musica e testi, sax e voce), alla batteria Erik Hammarström, alla chitarra elettrica Johan Öijen, a quella acustica Sonja Käse ed alla voce Steve Unruh. Molto belle le melodie e le linee vocali che rimandano un poco ai Genesis post Gabriel (ma prima della svolta pop, of course). Ci sono poi due brani di oltre dieci minuti. Il primo, “The quadrant”, vede il ritorno di Trew al microfono e di Mazzotti al flauto. Bernard, stavolta, è accompagnato da Kimmo Pörsti alla batteria, mentre Mimmo Ferri (musica e liriche) è impegnato alla chitarra ed alle tastiere. Malgrado ogni brano presenti autori (e talvolta esecutori) diversi, la continuità musicale è garantita da un approccio simile, con grande attenzione alle melodie ed una notevole raffinatezza strumentale che, nel brano specifico, si evidenziano nell’ottimo uso del flauto e nei timbri delle tastiere. Il secondo è “The chase” con musica e testi di Marco Grieco (tastiere) che vede all’opera Unruh alla voce, Riveryman alla chitarra elettrica, oltre a Bernard ed Hammarström a completare l’organico. Si tratta, probabilmente, del pezzo più “spigoloso” e roccioso, oltre che del più drammatico ed enfatico, come richiesto dalla trama. “Epilogue” (solo su cd), infine, comprende tre minuti di basso (Bernard) e pianoforte a coda di David Myers.
Si chiude così quest’altro sforzo solista del bassista italiano (di stanza da anni in Finlandia) che non temiamo di annoverare tra i migliori proposti da Marco, sia quando sotto il nome dei SoP, sia quando in compagnia del solo Pörsti. Come detto, c’è poi il cd bonus che comprende otto cover di brani che hanno contribuito alla formazione musicale del nostro bassman; queste spaziano dai Rush, a Zappa, dai Led Zeppelin ai Boston, da Al Di Meola agli U.K senza dimenticare la PFM (il gruppo italiano più famoso all’estero), con una “Impressioni di settembre” stravolta, ma comunque “rispettata” dalla visione di Marco Grieco & C. Last, but not least, una novità succulenta: la “band” ha deciso di intraprendere nel 2026 una serie di concerti (il primo sarà proprio a Veruno nel settembre del prossimo anno)... Purtroppo non tutti i principali attori saranno protagonisti sul palco (presenti Kimmo Pörsti e Marco Grieco, comunque), ma una ghiotta occasione da non perdere.

 

Valentino Butti

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