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A breve distanza da "Once again", il gruppo di Robin Taylor ritorna all'appuntamento discografico con un nuovo cd. Forse, però, nuovo non è l'aggettivo più appropriato da accostare a "Oyster's apprentice". Infatti, questo lavoro presenta otto tracce la cui musica risale a vari periodi della carriera dei musicisti coinvolti nel progetto: si va dal 1976 fino ai giorni nostri, visto che il 2005 è la data di composizione dei due pezzi che sono posti in apertura e chiusura dell'album. Note le cui origini risalgono a parecchi anni fa, quindi, eppure registrate oggigiorno per dar vita ad un cd che va ad inserirsi nella vasta produzione di Taylor senza demeritare con i suoi quarantadue minuti che fanno venire a galla la voglia di ricerca e di stravaganza sempre sbandierata dal musicista. Anche in quest'occasione, perciò, si parte da solide basi di jazz-rock per esplorare poi in lungo e in largo, per andare al di là delle etichette e del già sentito. E non pensiate a nulla di dispersivo o a complicatezze che rendono l'ascolto troppo impegnativo: le note scorrono che è un piacere, il sound elettroacustico offre soluzioni gradevoli all'orecchio e l'atmosfera si mantiene avvolgente e calorosa. I Taylor's Universe fanno nuovamente centro; la loro capacità creativa gli permette di proporre nel migliore dei modi un repertorio la cui genesi può essere inquadrata negli anni '70, ma che si è poi sviluppata attraverso un nugolo di esperienze (tramandate dai grandi nomi del jazz, del prog e della sperimentazione). Grazie a queste, alla passione, alla ferma volontà di opporsi alle mode e alle soluzioni troppo convenzionali, questi musicisti riescono a farsi avanti con bravura e professionalità anche ai giorni nostri.
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