Home
 
TAYLOR'S UNIVERSE Kind of red Marvel of Beauty Records 2012 DAN

Torniamo ad occuparci dei Taylor’s Universe, a distanza di oltre due anni dalla loro ultima fatica discografica “Artificial joy”. Il percorso del gruppo guidato da Robin Taylor assume ormai connotati sempre più definiti. Si tratta del progetto più delineato del polistrumentista danese, distante da quella libertà improvvisativa che caratterizza spesso i Taylor’s Free Universe e abbastanza lontano anche dalle sperimentazioni ed esplorazioni solistiche, sempre in ballottaggio tra diversi generi. “Kind of red” non fa altro che confermare l’ultimo indirizzo dei Taylor’s Universe, orientato verso un progressive moderno che abbraccia sia il rock sinfonico sia il background jazzistico dei musicisti coinvolti. Per l’occasione la band è formata, oltre che da Taylor (alle chitarre, alle tastiere “vintage”, al basso, alle percussioni, ecc.), da Jakob Mygind al sax, Hugh Steinmetz alla tromba e al flicorno e da Klaus Thrane alla batteria. Vengono proposti otto brani di spessore, la cui ossatura è ben espressa dalle tastiere e dalla chitarra e su cui i fiati vanno a ritagliarsi spazi interessanti che vivacizzano molto le dinamiche timbriche. Il rock sinfonico è ben evidente in composizioni come “Carckpot men”, “Sunday image” e nel breve tassello “Terasso”, dai toni un po’ altisonanti, i ritmi quasi marziali e l’orientamento classicheggiante. Si potrebbe forse notare, in queste occasioni, anche una certa influenza dei colleghi svedesi Bo Hansson e Isildurs Bane, che dona al tutto un’ulteriore carica di feeling. Spesso si punta su cambi di tempo agili e continui, con i vari strumenti a sbizzarrirsi volando in più direzioni ed intrecciandosi a meraviglia, vedi l’opener “Firestone”, o “Salon bleu”, che riporta alla mente i Weather Report di “Birdland”, o, ancora, “Tortugas”, che con i suoi intarsi va a configurare alla perfezione l’incontro tra il prog sinfonico ed il jazz-rock d’atmosfera nell’arte tayloriana, denotando anche lievi tinte color Cremisi... In “Jakiborg” e nella conclusiva “Lost in Jakiborg”, invece, i ritmi si fanno più pacati, con i fiati a contornare l’andamento romantico e la chitarra elettrica e le tastiere pronte a lanciarsi in solos eleganti. Sempre più garanzia di qualità, la proposta dei Taylor’s Universe, pur non rappresentando più una vera e propria sorpresa per chi segue la band da tempo, si mantiene su quei livelli qualitativi molto buoni, mostrando una volta di più di essere assestata su standard pienamente soddisfacenti.


Bookmark and Share

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

ROBIN TAYLOR X position vol. 1 2004 
ROBIN TAYLOR X position vol. 2 - Projekt ‘85 2005 
ROBIN TAYLOR Deutsche schule! 2006 
TAYLOR'S FREE UNIVERSE File under extreme 2002 
TAYLOR'S FREE UNIVERSE Peter Friis Nielsen: On-plugged in Elsinore 2003 
TAYLOR'S FREE UNIVERSE 9 Eleven - Live at Copenhagen JazzHouse 2004 
TAYLOR'S FREE UNIVERSE Family shot 2005 
TAYLOR'S FREE UNIVERSE Manipulated by Taylor 2006 
TAYLOR'S FREE UNIVERSE Two-pack 2010 
TAYLOR'S UNIVERSE (with KARSTEN VOGEL) Once again 2004 
TAYLOR'S UNIVERSE (with KARSTEN VOGEL) Oyster's apprentice 2005 
TAYLOR'S UNIVERSE Certain undiscoveries 2006 
TAYLOR'S UNIVERSE Terra nova 2007 
TAYLOR'S UNIVERSE Artificial joy 2009 
TAYLOR'S UNIVERSE Return to whatever 2009 
TAYLOR'S UNIVERSE Worn out 2013 
TAYLOR'S UNIVERSE Evidence 2013 
TAYLOR'S UNIVERSE Across the universe 2015 
TAYLOR'S UNIVERSE From scratch 2015 
TAYLOR'S UNIVERSE WITH DENNER Soundwall 2008 

Italian
English