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Sotto certi aspetti è facile realizzare un album di improvvisazione. Basta andare una giornata in studio, mettere mano agli strumenti e suonare spontaneamente, facendosi trasportare dall'istinto. Il difficile è ottenere risultati buoni e originali, lontani dalle classiche jam sessions d'epoca e dalla cacofonia più pura. Quando Robin Taylor chiama il violinista Pierre Tassone, il fiatista Kim Menzer, il bassista Peter Friis Nielsen e il batterista Lars Juul, rispolverando la sigla Taylor's Free Universe sa già che sta per creare qualcosa di particolare che porta frutti di qualità. E "Family shot" ne è l'ennesima riprova. I musicisti citati sono entrati nel Soundscape Studio di Copenhagen lo scorso 4 novembre e hanno iniziato a suonare e registrare dal vivo, senza sovraincisioni, dando sfogo alla loro fantasia improvvisativa. Il delirio di note che scorrono lungo i cinquantacinque minuti di questo cd mostra per l'ennesima volta la creatività, l'esuberanza e la versatilità di questi musicisti e prova come quando sono in ballo i Taylor's Free Universe qualsiasi termine per etichettare la loro musica sia riduttivo, se non addirittura inadeguato o fuorviante. C'è il jazz di base, ma siamo lontani dal jazz. C'è l'energia del rock, ma non è rock. C'è l'acidità della musica psichedelica, ma non è psichedelia. C'è un approccio che può essere considerato prog, ma non è prog. Ci sono atmosfere rilassate, quasi new-age, ma siamo lontani anche dalla new-age. Resta una musica totale, senza barriere, non etichettabile, in cui rientra di tutto e in cui i musicisti mettono tutta la loro esperienza. In "Family shot" la direzione di queste prerogative va verso ambientazioni quasi tranquille, con un sound ipnotico, vagamente mutuato da certi esponenti della musica cosmica tedesca degli anni '70. Sia sulla lunga distanza (vedi "M'Fisto Rubberphunk" o "Z return"), che su quella brevissima (i "Nine nice 'n' easy pieces") i Taylor's Free Universe si trovano a loro agio e la loro espressività emerge con brillantezza e smalto, sviluppandosi attraverso un continuum di note guidate sì dall'istinto, ma dalle quali traspare anche tanta passione. Note, istinto e passione le cui fondamenta vanno davvero ricercate in quell'Universo Libero che dà il nome a questo progetto.
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