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Il Taylor’s Universe è ormai orientato verso una direzione ben precisa. Il nuovo album “From scratch”, datato 2015, non fa che confermare, infatti, la spinta stilistica che ha caratterizzato gli ultimi lavori di questo progetto del compositore e multistrumentista danese Robin C. Taylor. Sette brani nuovi di zecca e tre quarti d’ora di musica in questo cd che vede impegnata una formazione in cui, come al solito, ci sono vecchie conoscenze e nuove entrate. Taylor suona chitarra elettrica, basso, tastiere, percussioni e altro ancora; al suo fianco troviamo Karsten Vogel al sassofono e al clarinetto basso, Claus Bøhling alla chitarra elettrica, Thomas Thor Viderø Ulstrup al minimoog e Klaus Thrane alla batteria. Altri ospiti completano la line-up con interventi di chitarra, sax e voci. “Other meetings” apre l’album e fa capire subito che si viaggia sulla scia del predecessore, con un sound caldo e pulito, personale, che mescola spinte sinfoniche, avanguardia mai estrema e soluzioni che devono qualcosa ai Pink Floyd e a Frank Zappa. E si prosegue esattamente su questi sentieri, dapprima con una “Beta X” che offre stravaganti melodie, piacevoli interventi vocali femminili e qualche spunto sperimentale, poi con “Balcony people”, che vede una prima parte spinta da ritmi agili e veloci e con magnifici solos di chitarra ed una seconda più d’atmosfera, con effetti sonori particolari e con reminiscenze floydiane. Gli oltre nove minuti di “Interrail” permettono ai musicisti di svagare e svariare: da un inizio lento e aspro, si va in crescendo, intensità e tensione aumentano vertiginosamente e sono solo parzialmente temperate dagli interventi vocali; un break dopo i cinque minuti porta ad un netto cambiamento e dopo qualche sonorità un po’ dissonante si vola verso il finale che riprende alcuni temi precedenti. A una breve “Laura’s lullaby”, che rappresenta il momento più delicato e melodico del disco, fa seguito “Für Louise” che, un po’ a sorpresa, spinge anche verso territori canterburiani, tra impasti di fiati e graffianti interventi di chitarra, senza mai perdere la coesione e la forza dirompente di fondo. Chiusura affidata a “Autumn river” in cui duettano i soli Bøhling e Taylor, che in quasi sette minuti costruiscono una musica ambientale molto suggestiva, con tastiere d’atmosfera (molto à la Pink Floyd) in sottofondo e chitarra e loops a tessere trame sonore ipnotiche. Ancora non siete entrati nel mondo affascinante della musica di Robin Taylor? “From scratch” è uno dei tanti album attraverso i quali vale la pena iniziare la conoscenza di questo validissimo e prolifico artista.
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