Quando è uscito il primo disco solista di Neal Morse, leader degli Spock's beard, mi sono stupito che molti lo avessero criticato in quanto disco poco progressive, dato che a me sembrava ovvio che non lo sarebbe stato avendo lo stesso Neal annunciato mesi prima che si sarebbe trattato di un disco di pure e semplici canzoni, non pubblicabili a nome Spock's Beard. Approcciando il disco con questa consapevolezza non si poteva rimanere delusi in quanto si trattava di un gran bel disco, pieno di belle canzoni, dalle melodie accatttivanti, ben arrangiate e ben suonate. Questa premessa mi sembrava doverosa per introdurre il secondo lavoro solista del buon Neal in quanto di progressive, in questo "Happy Christmas", non c'è ne è nemmeno l'ombra (poi non dite che non vi avevamo avvertito...). D'altra parte con un titolo così il contenuto dell'album è facilmente intuibile: si tratta semplicemente di canzoni natalizie, composte dal vulcanico Neal Morse negli ultimi 17 anni (la più vecchia è del 1984!) e da lui ancora una volta arrangiate, cantate e suonate. Le uniche collaborazioni esterne sono rappresentate dalla presenza in qualche brano di un vero e proprio coro gospel, di qualche guest vocalist femminile e dei suoi 2 figli che cantano e ridacchiano in un paio di brani. Gli stili delle canzoni sono piuttosto variegati: si va da "Hallelujah the King is born", un classico gospel con coro e accompagnamento d'organo a "Love lay in Bethlehem", tipica canzone natalizia dal dolce ritornello impreziosito da una bella voce femminile, da "A special kind of Christmas", pop song romantica a "How peaceful was the night", classico coro da messa di mezzanotte. E non mancano i momenti di divertimento con "The laughing Christmas song", canzoncina umoristica nella quale Morse fa cantare i suoi figli, "Sinatra Christmas", uno swing in puro stile The Voice, e "Elvis Christmas", rock n' roll spacciato per una registrazione originale di Elvis. In definitiva si tratta di un disco che, specie se ascoltato nel mese di Dicembre, magari con la neve che imbianca le strade, risulta molto gradevole e divertente. Ovviamente va preso per quello che è, senza troppa serietà, con lo stesso spirito insomma con cui è stato realizzato. Solo in questo modo lo si può apprezzare pienamente e si può entrare in contatto con un inedito aspetto della personalità del grande Neal: non solo musicista dallo straordinario talento ma anche padre e marito affettuoso, sicuramente ancora eterno fanciullo e con poca voglia di crescere, saldamente attaccato alle vecchie sane tradizioni americane (ascoltando il disco è facile immaginarlo addobbare l'albero assieme ai figli, con un disco di Bing Crosby in sottofondo, mentre la moglie cucina il tacchino per il cenone...).