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NEAL MORSE Lifeline Radiant Records 2008 USA

La notizia, la discriminante, la novità, potrebbe essere che Neal Morse, questa volta, non ha prodotto un concept album. Ovviamente non è neppure un album di canzoni, visto comunque che all’interno una mega suite e una mini suite sono presenti, ma il fatto che ogni brano abbia un mondo a sé e non sia legato agli altri né dal punto di vista musicale, né da quello tematico, credo sia un punto di partenza.
Negli intenti dichiarati questo disco dovrebbe essere un ritorno ad argomenti più progressive, sulla scia dei primi Spock’s Beard e dei Transatlantic. L’ascolto in effetti lascia passare temi non troppo distanti da loro, ovviamente tutto filtrato da quanto detto e ridetto in questi ultimi lustri, quindi la parola da usare, ancora una volta, è déjà vu. Che la cosa sia grave o meno non voglio giudicare, visto che ormai la linea di tendenza è questa e c’è chi cerca e apprezza, essenzialmente, questo modus operandi. Tra i brani, quindi, una mega suite di 28 minuti, “So Many Roads”, piazzata verso il finale del CD e l’altro brano lungo d’apertura con la title track, di 13 minuti. Ai margini di questi convivono “Leviathan” uno strano progressive metal, dalle chitarre decise, contrapposte a tastiere su registro di fiati, trattati prima in maniera funky e dopo a mo’ di marimba, vagamente zappiana. “The Way Home” dai tratti Yes, ma attenzione non esageriamo, semplicemente periodo “Union”. “God’s Love” è un’altra tiritera religiosa (forse è ora di smettere, chi doveva capire ha capito, credo) una ballata elettroacustica, piuttosto noiosa e dalla melodia sentita già tremila volte, ma è messa nettamente peggio la successiva “Children Of The Chosen”, quasi patetica, nel suo incidere mieloso e scontato. A chiudere il disco “Fly High”, altra heavy ballad. Resta da dire, e volutamente li ho tenuti per ultimi, dei due brani lunghi, sicuramente piacevoli, dagli sviluppi intricati e cangianti, tempi movimentati, assolo di tastiera e chitarra a profusione, Portnoy (sì c’è sempre lui) in gran spolvero e preciso all’incredibile, melodie già arcinote a tratti Beatles, a tratti Yes, a tratti Spock’s, a tratti tutti! Insomma esattamente quello che deve esserci, sicuramente gustosi. Esiste anche una special edition con un secondo CD e 6 altri lunghi brani. In conclusione, che dire … cercate quello quanto descritto? Il disco è perfetto. Non cercate quanto descritto? Il disco è carino comunque. Odiate quanto descritto? Potete continuare a farlo.

 

Roberto Vanali

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