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Si è fatto un gran parlare di questo nuovo album dei Finisterre; molti hanno accusato il gruppo genovese di essersi venduto ad atmosfere commerciali, qualcuno invece plaudendo la scelta di rendere un attimo più fruibile la loro musica accusata di essere in passato un po' troppo fine a se stessa. Ascoltando di persona questo cd posso dar ragione a entrambe le parti, anche se comunque devo ammettere che le molte accuse di "essersi venduti" alla ricerca di una più ampia fetta di mercato da soddisfare regge poco. Certo... il gruppo ha quasi rinnegato la ricchezza di sfumature delicate e le atmosfere così ricche di poesia che contraddistingueva la sua musica, ma non mi sembra di trovarmi di fronte ad un album pop, tenuto anche conto che l'album è ancora una volta quasi del tutto strumentale. Le atmosfere sono in linea generale meno elaborate di prima, le ritmiche più sostenute e certe soluzioni un po' meno ricercate e più immediate, ma se il cd non fosse uscito a nome Finisterre si sarebbe quasi gridato al miracolo. Non credo che il gruppo riesca a guadagnare una fetta di pubblico molto più grande di prima solo per le qualità commerciali di questo disco... d'altra parte, qualcuno dei vecchi fans può essersi sentito tradito da questa svolta... Vecchia storia.
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