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Questa release racchiude un cospicuo numero di pezzi sia editi sia inediti, a firma Finisterre o viceversa attribuibili a uno dei tanti progetti collaterali. Fin qui sconosciute erano le prime due tracce, risalenti al '93 e testimonianza paradigmatica di quella prima fase evolutiva: vi si respira un prog venato di psichedelia in cui non di rado un'aggressiva chitarra gioca un ruolo preponderante. Un certo schematismo è riscontrabile, ovvio, ma specialmente "The fall" sa intrigare, grazie ai suoi accenti darkeggianti. Seguono alcune covers inserite nelle varie compilations-tributo succedutesi negli anni: fra esse svetta la vandergraffiana "Refugees", risolta in chiave classico-cameristica e dunque anticipatrice, per certi versi, di quello stile di cui i Quintorigo sono ora la bandiera.
Non potevano poi mancare le due tracce che costituivano il primo demo dei Finisterre e che sono poi state riprese nel primo CD del gruppo. In "Asia" il romanticismo di fondo svela costruzioni ardite che poi lasciano il posto a assaggi intelligentemente aggressivi; "Cantoantico", invece, per chi scrive è uno strepitoso capolavoro già in questa primigenia versione, con la sua sinfonicità à la Camel, le parti cantate quasi liturgiche, le armonie stranianti, il bellissimo flauto struggente. Un'alternanza di umori a dir poco sopraffina! Il primo CD si chiude con alcune curiose composizioni di Boris Valle, una delle menti dei Finisterre. La relax music che ne esce è di gran livello, e le delicate trame di flauto, chitarra e sax possiedono un indubbio potere ipnotico.
L'altro disco propone innanzitutto i Finisterre dal vivo. I tre pezzi (le cui versioni in studio sono nel debut-CD) mostrano chiaramente come tale dimensione si confaccia al gruppo, e colpisce nel segno la multiformità di intenti di "SYN" e le brucianti accelerazioni che vi si rinvengono; sorprendente anche "Isis" e il suo avantgarde accostabile ai Pierrot Lunaire. Le quattro, lunghe tracce conclusive sono dedicate a due progetti del bassista Fabio Zuffanti, la cui dirompente carica creativa non poteva in alcun modo dirsi esaurita coi Finisterre. E così con Höstsonaten ha proseguito e, per certi versi, estremizzato la ricerca nella direzione classica e elegiaca. Si ascolti la versione live in studio di "Morning" (tratta dalla suite del primo CD) e se ne apprezzi la varietà tematica e l'ariosità compositiva, con un mellotron che richiama alla mente i mitici francesi Sandrose. A dimostrazione che nel DNA di Zuffanti sta scritta la capacità di spaziare lungo tutto l'arco costituzionale di certa musica 'colta', c'è infine il progetto Quadraphonic, totalmente diverso dal resto: in "Tecnicolor2100" regna l'elettronica minimale dei primi Kraftwerk, con relativa esplorazione effettistica. Anche qui l'applauso viene spontaneo.
La speranza di tutti è che presto si possa tornare a riascoltare un nuovo, vero disco dei Finisterre, gruppo il cui merito maggiore risiede forse nell'essere riuscito a non farsi catalogare come old prog o new prog, compendiando in sé le complesse architetture del primo e la freschezza del secondo: musica fuori dal tempo, dunque. E ciò è prerogativa dei grandi.
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