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Già atteso ben prima della sua uscita, questo primo lavoro dei genovesi FINISTERRE compensa ampiamente chi ha atteso con impazienza la sua uscita. Dopo un piccolo assaggio con due pezzi riuniti in un apprezzato demo-tape, la band se la cava più che egregiamente sulla lunga distanza, evidenziando, pur dopo così poco tempo, una maturazione ed una sapienza musicale da far invidia a molti. Il CD è di quelli che un'etichetta discografica dovrebbe portare come fiore all'occhiello: non voglio tediarvi con lodi sperticate, anche perché rischierei ciò che ho rischiato io, ovvero che al primo ascolto l'album sembri inferiore alle attese, così preparato ad un capolavoro com'ero. Sicuramente, però, anche per un orecchio non troppo allenato non ci vuole più di tanto per accorgersi che la musica dei FINISTERRE non è certo d'ordinaria amministrazione. L'attenzione richiesta per accorgersi di tutte le sfaccettature e le sfumature presenti in questo disco è notevole, ma ne vale la pena. Il Prog che possiamo ascoltare è di quelli senza tempo: sicuramente influenzato dai gruppi storici dei '70s (Genesis, Camel, PFM...), ma non chiuso su queste influenze, sicuramente proiettato verso il 2000 a grandi passi. Il flauto detta spesso e volentieri il tema, proiettando la musica in una dimensione che sovente ha dell'onirico, ma cedendo altrettanto spesso il passo ad una chitarra dalle sonorità talvolte acide, altre più melodiche. Pezzi dal sapore avanguardistico ("...Dal caos...") si alternano con altri in cui la melodicità del gruppo viene a galla ("Macina acqua, macina luna"), ed il gruppo si disimpegna egregiamente in entrambi i casi. Tali tendenze poi si integrano a vicenda nei pezzi più lunghi, come "SUN", evidenziando la ricchezza di soluzioni che il gruppo ha nel suo bagaglio musicale (l'apporto di Eddy Romano degli Eris Pluvia ai fiati è importante). Qualcuno mi ha portato a paragone anche i Cervello, il vecchio gruppo napoletano; ottimo paragone, devo dire. Pare che si debba dunque parlare di un altro grande album, compito tutt'altro che ingrato, devo dire. A voi la scelta, adesso: per noi questo è un disco da avere!
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