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Purtroppo c’è un difetto abbastanza decisivo in questo peraltro splendido cd: si tratta del cantato, piuttosto insopportabile in certi punti. Se si eccettua appunto questo difetto, per il resto si tratta di un’ottima prova del progetto solista di Fabio Zuffanti, bassista dei Finisterre, dopo l’esordio uscito col nome di Finisterre Project. Per fortuna si tratta di un album prettamente strumentale che accentua le già positive impressioni del primo album. Questo era forse caratterizzato da un’eccessiva ricerca del sinfonismo, quasi un voler strafare nel cercare melodie accattivanti per un certo tipo di ascoltatori. “Mirrorgames” forse potrà anche essere stato concepito con lo stesso spirito, ma il risultato finale ci fa completamente dimenticare tutto ciò. Si tratta del condensato del Prog sinfonico come lo farebbero i Finisterre stessi, con lunghissime suite, stupende parti strumentali, flauto, elementi di folk... e tutto ciò che può far felice un appassionato classico. Tutto è realizzato con un gusto incredibile, senza voler strafare ma anche senza voler rinunciare per un solo secondo a voler dare sfogo alle ambizioni sinfoniche che, evidentemente, all’interno del gruppo maggiore, Fabio non trova opportunità di estrinsecare (e comunque, finché i Finisterre sfornano i dischi che sappiamo, non se ne cruccerà più di quanto lo facciamo noi). Insomma... un album decisamente rivolto a coloro che intendono il Progressive come un antro misterioso come quello da cui i Genesis sono purtroppo usciti da oltre 20 anni...
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