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Ogni occasione è buona per immortalare una performance su DVD, ma quella in questione possiede effettivamente un valore storico e celebrativo. Sulle orme del recente anniversario degli IQ e per l’ennesima volta sull’impeccabile palco del teatro Wyspiańki di Katowice, si svolge la nostalgica rievocazione dei primi anni di vita della band (con il pretesto del 21-esimo anniversario dell’album “The Jewel”), con la partecipazione dei co-fondatori Julian Baker (all’epoca seconda chitarra, ma oggi principalmente sassofonista), John “Barney” Barnfield (tastiere e compagno di scorribande surfistiche di Nick Barrett) e del tastierista Rik Carter, che nella sua pur breve permanenza pose la firma sull’EP “Fly high, fall far” e sull’acclamato LP in questione.
La scaletta prevede l’esecuzione di “The Jewel” nella sua interezza, pur non rispettandone la sequenza dei brani, inframezzati da altro materiale d’epoca (l’EP appunto, ma anche “Please”, “Victims of Life” e “Armageddon” e la ballad notturna “2 AM” estratta da Kowtow, dove il sax di Baker trova ideale collocazione).
Dopo una breve apparizione della formazione attuale con Clive Nolan e il bravissimo Joe Crabtree, ecco apparire dietro un Mini-Moog la figura magra e stempiata di Barney che con le sue tipiche triplette di synth rende giustizia a brani come “The pleasure of hope” e “Leviathan”, dimostrando ancora una volta che la capacità espressiva degli strumenti analogici è qualcosa di irraggiungibile. Stupisce anche la padronanza della scena di un musicista ritiratosi dalla scena professionistica da lungo tempo: applausi e inchini per lui!
Nel gioco di avvicendamenti è Rik Carter a prendere il posto davanti ai tasti d’avorio, utilizzando però il rack tutto digitale di Clive per eseguire pietre miliari come “Alaska” e “The Black Knight”. Rik in effetti è il tastierista scelto per il cuore dell’esibizione e rimane sul palco per un’ora dimostrando anche lui una sicurezza da professionista impeccabile (ricordiamo che Carter dopo l’esperienza formativa nei Pendragon restò nel circuito prestando servigi a band di calibro come “The Mission” e “All About Eve”, entrambe di ispirazione dark/new wave).
Non mancano momenti brillanti, come la citazione di “Firth of fifth” da parte dell’ammiccante Nick Barrett durante un’estesa “Dark Summer’s Day” (sì, finalmente un po’ di improvvisazione!) e lo stesso biondo chitarrista che manda bonariamente a quel paese l’amico Julian Baker comparso sulla scena senza preavviso… in più la band sembra divertirsi, soprattutto Peter Gee dispensa sorrisi ai suoi ritrovati compagni. Resta il dilemma sul pubblico del teatro polacco, composto e silenzioso, anche quando Nick scende dal palcoscenico per mischiarsi ai ragazzi la scena sembra un po’ artificiosa e preparata a tavolino… ma tant’è.
Musicalmente, abbiamo la conferma della maturità tecnica di Barrett, ormai acquisita da un almeno un decennio, che ci delizia con i suoi prolungati assoli di scuola Gilmour e ricorre spesso ad una Gibson Les Paul come nei tempi andati; il giovane Crabtree si rivela un punto di forza, iniettando al sound un’energia che forse non era nelle “corde” di Fudge Smith, il precedente batterista che con la sua assenza fa qui un po’ la figura del “convitato di pietra” e ci instilla il dubbio di una dipartita non troppo amichevole.
Gran finale con tutti e sette i musicisti sul palco (quindi tre tastieristi!) per la festosa “Stan and Ollie” (cavallo di battaglia nei live dei primi anni ’80 ma rimasto inedito fino alla pubblicazione della compilation di rarità “Once upon a time in England”).
All’impossibilità di convincere Nigel Harris, batterista originale dell’album celebrato, a seguire i compagni a Katowice, è stato parzialmente rimediato includendo nel DVD materiale extra filmato al Riffs Bar di Swindon sempre nell’ottobre del 2006. Il palco è minuscolo, il buon Nigel, che probabilmente ha appeso da anni le bacchette al chiodo, è preciso ma visibilmente teso e impacciato, ma il pubblico (irriducibili dei giorni del Marquee?) finalmente canta e sprigiona sincero entusiasmo. Dark Summer’s Day, Circus, The Black Knight i brani eseguiti, con Carter e Baker di nuovo ospiti d’eccezione. A completare la sezione dei contenuti speciali, un resoconto di qualità amatoriale filmato nell’atmosfera rilassata della sala prove ed un intervista a John Barnfield e Nick Barrett, in cui scopriamo l’ammirazione di quest’ultimo per i Riverside e i Pure Reason Revolution.
La perfezione visuale e sonora, l’occasione unica per rivedere all’opera gli alfieri di un movimento che vent’anni or sono sembrò innescare un ritorno di visibilità del progressive inglese e una (sana) dose di affetto e nostalgia sono i validi motivi per mettersi in cerca di questo DVD.
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