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A volte ritornano... Nel 1984, all'indomani di "Script...", i MARILLION esautorano il batterista Mick Pointer, sostituendolo poi con Ian Mosley. Mick esce quindi dal giro musicale, per rientrarvi adesso a 10 anni di distanza con la sua nuova band nata dalla collaborazione di Clive Nolan. Accanto ai due, tre musicisti di buon livello, quale il veterano Cliff Orsi al basso, il chitarrista Keith More (già negli ASIA) ed il vocalist John Carson, la cui voce non rimane immune da paragoni con Fish. Ad essi si unisce, su un pezzo, la chitarra di Steve Rothery, il quale ha voluto essere presente al come-back dell'amico. Per descrivere la musica proposta dal gruppo, possiamo iniziare con la dichiarazione d'intenti con cui Clive e Mick hanno presentato la band: "Gli ARENA propongono una musica che avrebbe potuto essere quella dei Marillion dopo "Script", se non ci fosse stato Fugazi". A me resta da dire che il CD mantiene sicuramente fede alle aspettative; il bello è che non siamo semplicemente di fronte al disco di un progetto, ma al lavoro di una vera band. Una band che, nelle sue esibizioni dal vivo pare che si esibisca anche in canzoni come "Grendel" ..! Il CD inizia subito con un pezzo che rappresenta un valido biglietto da visita: "Out of wilderness" ha uno start strumentale da brivido. Coloro che si ricordano il batterista creativo ma impacciato dei primi Marillion, si troveranno a stupirsi per i miglioramenti che Mick ha saputo apportare al suo repertorio. La chitarra di Keith è il vero atout che il gruppo si riserva per il futuro: fantastica la sua prestazione, ma il disco non risente positivamente di tutta la sua classe, essendo lui l'ultimo arrivato, a composizione pressoché ultimata; il futuro lo vedrà sicuramente protagonista! Segue poi il primo dei 5 episodi "Crying for help" che si alternano con le altre canzoni: di durata via via crescente, salgono anche di ritmica, dai primi due pezzi acustici (con un ottimo flauto suonato da Mick), fino all'apoteosi del 5° episodio con Steve Rothery che si esibisce (c'era da dubitarne?) in uno dei suoi mega-assoli. Degli altri brani, da segnalare sicuramente i più lunghi, ovvero "Valley of the kings", col Mellotron dei Pallas (il CD è prodotto da M. Stobbie, che ne è il tastierista) che ci ammalia come un canto di sirena, e la conclusiva, magistrale, fantasmagorica, apoplettica "Solomon": 14 minuti e mezzo di summa neo-progressiva. Potrei andare avanti molto a lungo, ma non ne avete bisogno: gli interessati al genere saranno già in cerca del CD!
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