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Quanto ci sarebbe da dire a proposito di quest'album, magari senza ricorrere a facili battute! Quello che in principio avrebbe dovuto rappresentare la temporanea reunion dei Twelfth Night, si trasforma nel prodotto di una specie di supergruppo del new prog inglese, capitanato, come succede spesso ultimamente, da Clive Nolan. Il buon Clive è l'autore di tutte le musiche e per questo progetto aveva creato un terreno ad hoc su cui i 5 invitati avrebbero solo dovuto prestare la propria magnifica opera. Alla resa finale, solo due sono i superstiti dello scomparso gruppo che hanno partecipato: il mitico Geoff Mann (suoi tutti i testi ed entusiasta all'idea della reunion… a sentire Clive) e Brian Devoil. Tra gli altri musicisti presenti si ricordino: Mike Stobbie (Pallas), Sylvain Gouvernaire (ex-Arrakeen), Karl Groom (Shadowland).
La delusione dei fans dei Twelfth Night non deve portare però a sottovalutare l'album (ovviamente un concept) che presenta un paio di episodi da dimenticare ("Crap game", ricco di batteria elettronica, e "Stranger", in cui il prete inventa delle parti vocali al limite del ridicolo) ma che per il resto, con dei pezzi che superano tutti i 10', è ad elevati livelli. L'iniziale "Prey" ci mette già al tappeto con i suoi fuochi d'artificio. Possiamo gioire nell'ascoltare un pezzo prog di questi livelli, come possiamo commuoverci nell'ascoltare l'intensa "Drunk", in cui a più riprese aleggia lo spettro dei Twelfth Night: davvero quest'album era concepito per loro, e a questo punto solo la voce di Geoff, tornata ai livelli emotivi di 10 anni fa, è lì a ricordarcelo! "Crying into baize" è un pezzo un po' introverso, intimistico e triste per oltre metà della durata, per poi continuare e finire in modo piuttosto strano. Saltata la già nominata "Stranger", arriviamo alla finale "Beyond the door", molto floydiana e comunque degna conclusione di un album di cui non rimpiangiamo certo l'esistenza: se ci sono opere che inflazionano proditoriamente il mercato del prog, Casino non è certo tra queste. Sarà un problema vedere dal vivo questa band improvvisata, ma intanto non abbiate eccessive remore nell'accostarvi a questo CD.
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